Elvira Aijanova


Marziya Aliyeva


Dina Ismagulova

 

NOTIZIE DA AKSAI REPORTER TEAM

07/09/14  MANTOVA 2014 – Elisabeth Strout e Piero Dorfles.

 

Microcosmi Americani


IL LENTO SUSSEGUIRSI DELLA VITA


 

(Piero Dorfles ed Elisabeth Strout- Foto L.B)

 

Sicuramente un evento importante all'interno del Festival della Letteratura l'incontro con la scrittrice statunitense Elisabeth Strout svoltosi sabato 6 settembre nell'accattivante cornice di Palazzo San Sebastiano e condotto dal giornalista e critico letterario Piero Dorfles. Vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa 2009 con il romanzo Olive Kitteridge, che ha conseguito anche il Premio Bancarella nel 2010 e nel 2012 il Premio Mondello di Palermo, la Strout si é concessa ai suoi numerosissimi lettori con piacere e quell'ironia che ha reso frizzante ogni intervento in risposta alle domande di Piero Dorfles, che ha voluto porre l'attenzione su tutti i romanzi pubblicati dalla scrittrice, facendo un piccolo resoconto sulle storie narrate. Quattro romanzi pubblicati dal 1998 ad oggi, un numero certamente limitato ma indicativo dell'analisi attenta che la scrittrice, originaria del Maine, conduce sui personaggi e sull'ambiente che li circonda. Nel 1998 esce il primo volume dal titolo “Isabel”, storia di una madre e una figlia nella cui vita tranquilla si innestano piccoli fatti quotidiani che man mano la trasformano. “Attraverso il lento susseguirsi degli avvenimenti” precisa Dorfles “l'esistenza dei personaggi cambia, come del resto quella di tutti”. La Strout ama seguire i soggetti che descrive, la loro famiglia all'interno della comunità in cui vivono, quella del Maine, terra di antichi pionieri, provinciale e circoscritta al limitato territorio della comunità raccolta intorno alla chiesa, rigidamente protestante, in cui risulta difficile inserirsi. Basti pensare all'ottuso conformismo che si respira nel substrato culturale in “Resta con me” in cui si innestano le prediche brillanti e partecipate di un giovane sacerdote che giunge con la moglie e le due figlie, figura completamente diversa da tutti i precedenti predicatori che si sono avvicendati nella parrocchia. Egli saprà conquistare gli animi attraverso i suoi brillanti sermoni, diversamente dalla moglie, di sensuale bellezza, che non riscuote alcun successo, in quanto poco si adatta alle regole rigide del luogo. All'improvviso tutto cambia, la morte della consorte sconvolge il sacerdote rimasto solo con due figlie che, come precedentemente la madre, portano lo scompiglio con azioni considerate poco edificanti. Lui non riesce più a comunicare dal pulpito, l'attrazione si trasforma in sospetto e maldicenza ed alla fine, viene licenziato. Per comprendere meglio la società che la Strout descrive ed in cui come dice Dorfles “mette le mani”, é necessario capire che l'ambiente religioso protestante descritto é completamente diverso da quello cattolico, dove il sacerdote, che può avere vita coniugale, viene assunto nel vero senso della parola dalla comunità che, se non più soddisfatta, può anche licenziarlo. Lo stesso sguardo indagatore con cui la Strout ha descritto il tessuto sociale, dove non mancano i riferimenti particolarmente godibili alla splendida natura dei luoghi, si ritrova nell'ultimo romanzo dato alle stampe dal titolo “I ragazzi Burges” dove, anche in questo caso, un evento famigliare trasforma la vita dei protagonisti, sconvolgendo i rapporti famigliari e cambiandone la vita. “Quest'ultimo libro é stato un lavoro lungo” precisa la Strout “in quanto ho dovuto studiare usi e costumi della comunità somala innestata nel Maine, imparando persino alcuni proverbi africani”. La scrittrice, sollecitata da alcune domande del pubblico ha affermato di lavorare alle sue storie dalle tre alle quattro ore al giorno, rileggendo spesso i classici, che a distanza di anni si rivelano sempre diversi. La forza della Strout é soprattutto nell'osservazione della realtà che la circonda, procedendo poi con metodo e diligenza, senza distrazioni. L'impatto con questa scrittrice potrebbe portare a pensare di trovarsi di fronte alla brava ragazza che vuole assumere il ruolo della maestrina ma, come é stato dimostrato al Festival, tra una battuta ironica ed un sorrisetto complice, la Strout si é rivelata, per fortuna, assolutamente umana e piacevolissima da ascoltare, una donna vera che talvolta si trasforma in uno spiritello provocatorio e dispettoso. Luisastella Bergomi



Luisastella Bergomi
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